© Copyright 2016 Maria Teresa De Nittis
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Il giardino Perduto
Non tutto ha cessato di esistere
Nello sfarzo di luci e stagioni
Resta un fiore del giardino perduto
Dipinto per te,bambina lontana
E madre eterna
Sorso di un ultimo sorriso non ricambiato
Reliquia d’amore
Spirale di stella, ombra di vita che va
Verso un paradiso, chissà
Che stringe la mia mano
Nella malinconia
Oltre la scia del tempo
Fiori
Fiori
Sulla terra diventata fango
Del giardino perduto .
Fiocchi di luce
Un incanto di stelle stanotte
Che vanno ad oriente
Punture di desideri
Fiocchi di luce
Nebbie di smarrimenti
In un mare immenso .
Agave solitaria
Agave solitaria
Sulla roccia amara
Dell’isola percossa
Dall’urlo del vento
Tendi mani spinose
Dolorose ferite
Alla stella che cade
Nel nulla che preme
L’estate è finita
L’estate è finita
Ultima ondata, indefinibile,inattesa
Lascia tracce rilevanti
Della sua effervescenza
Del mio bisogno emozionale
E mi metto lì a guardare
Tutto ciò che resta
Stralunata e ironica
Guardo:
il flusso lirico della luce che muore
monili a forma di conchiglie
sulla fronte del mare.
Fragmenta cordis
A Jacopo (25 ottobre 2014)
Fragmenta cordis/ frammenti di cuore/
Sequenza di momenti/Impastati di dolcezza/
Una storia d’amore tra madre e figlio/
Un dialogo.
Un diario raccolto e registrato
Nelle pause del vento/tra lacrime di tenerezza
E altalene di attese.
Per prima cosa sei nato tu/in un giorno di ottobre/
Profumato dai giardini del mare/
il mio mare con vene turchine/col tuo cuore di miele/
col tuo nome latino/sotto un cielo pulito/
Grande è la scala armonica di questo giorno/
Figlio/
Che la luce non ti manchi/
Che il tuo cuore non si stanchi…/
Che il tuo sogno non si spezzi.
A Edoardo
(7 luglio 2014 )
Vedi, ti dicevo
E prima ancora che nascessi,
mi dicevo
ed era una favola, un sogno mai sognato per intero…
perché solo la tua vita la percepivo stupenda.
Vedi, ti dicevo
e prima ancora dei tuoi passi incerti
mi dicevo
questo è il tuo momento, di brindare alla luce
ingorda di futuro
su questo secolo giovane,
come te, figlio mio.
Vedi, ti dicevo
E prima ancora che scrivessi il tuo nome,
mi dicevo
leggi con cura
cieli o mondi, pianeti o luoghi…
ciò che poi andrai a vedere brillerà
e si farà chiaro.
Vedi, ti dicevo
E prima ancora del tuo primo sorriso
mi dicevo
della felicità in un mattino di luglio che chiude
i tuoi giochi di ragazzo all’avvenire vibrante
su questo Paese che sta declinando
eppure prorompe in te fiducia e speranza.
Vedi, ti dicevo
E prima ancora, mi dicevo—
AMORE INFINITO
(Ai miei Figli)
Sotto l’albero del distacco
di foglie ai rami intrecciate,
Vedo le vostre ombre allontanarsi,
bramose di emigrare, in alto
come piccole aquile,
in basso come navi senza orizzonti.
Ecco: dolce è la notte insonne,
non più bambina, mentre una mano tentenna,
è la mia, nell’ultimo saluto;
leggera è la notte, velata di aurighe, leoni e pesci
fantastici;
voce roca è la notte, di un canto non finito,
cuore pieno di cose non dette.
Assomiglia all’Amore. Assomiglia alla Vita.
27 settembre 2014
Breve messaggio ai miei Figli – Assistere alla Vostra crescita è stata l’esperienza più bella, seppur difficile, della mia vita; chiudo gli occhi e con uguale dolcezza vi parlo: vi vedo autonomi,forti, equilibrati ; nell’incerto cammino del mondo,Voi siete Fratelli legatissimi e complici. Delle illimitate solitudini, che ho conosciuto,basta guardare le mie mani: quanti tagli di conchiglie le hanno fatte sanguinare, ora ne ho la certezza e trovo pace: non sarete mai soli. Nell’ansia di abbracciarvi. Mamma.
“Sea cook” (or tresaur Island)
A Jacopo e Edoardo
Jim Hawkins , era solo un ragazzo/
aveva un albero Jim Hawkins/ su cui arrampicarsi/
in alto mare e scrutare il cielo:
le stelle tremano, forse hanno freddo/
o paura dell’ oscura immensità.
Nostalgia di ritorno profonda/ furore dolce di musica/
profumo di Atlantico/Alla deriva il“barile delle mele” /
e il veliero dei sette mari ? sogno incagliato/
tra bianche gorgonie e fogliame pendente/
lunghissimo e lento/ BellePinne affollanno il suo fianco/
Scricchiolio di funi /sfilacciate farfalle:
risveglio di ali dell’intorpidito fantasma /
non più sorpreso da tempeste potenti/
e John Silver, lo sa, conscio della sua responsabilità:
rubare per nascondere il bottino senso non ha/
Jim Hawkins , era solo un ragazzo/
aveva un albero Jim Hawkins/ su cui arrampicarsi/
in alto mare e scrutare il cielo:
le stelle tremano, forse hanno freddo/
o paura dell’ oscura immensità.
A Te nata il 1° marzo
Nell’intruso silenzio
tu avanzi tra corolle di fiori,
tra luci a filo di nebbie
nel corpo dell’aria
e del tramonto.
Lieve come un sospiro
l’alito del rimpianto s’invola
brucia l’anima di desiderio :
rivivere o riveder
colei che il volto non riflette
o riflettere non può
sulla culla del sorriso e il pianto
dei giorni miei
Dove a cercar conchiglie di carezze?
Un canto flebile
nel buio d’un pensiero
che non riesce a superare il cielo
e le cadute stelle, viste morire
nelle palme e tra le dita
Dunque questa è solitudine…
dal mare questo è il suo rumore.
Alba di primavera
Come l’amore che andava via/
scendeva un’ultima lacrima dai tuoi occhi chiusi/
forse per me?Sotto il sole/ neve/ pioggia/
ti dimentico e poi ricordo/fatti minimi/momenti/
poi mi rassegno/ mi accontento: guardarti passare/
in fondo al giardino, incolore/
ove l’anima naufraga nella felicità che fu/
Alba di primavera/
gelata la strada che conduce ai luoghi…
non più miei: da te/
Tutto è pronto a vestire di meraviglie
malinconia del saperti lontana
ove lo sguardo si perde nel vuoto
e il nulla spalanca voragini buie/
Alba di primavera//Sento il vento
schiaffeggiarmi la fronte col ciuffo di un ramo di mimosa
che accenna a rifiorire/
era anche allora primavera:
tu mi mostravi nel groviglio di rami spogliati
le aiuole, per poco ancora a riposo.
Il giardino dei sordi
Estate inoltrata/due donne parlano e ridono /
primordiale complicità tra madre e figlia/
siamo noi/io e te nell’attimo fuggente di uno scatto/
lancinante disincanto del mio presente/
ti somiglio: allo specchio del cielo che trasfigura nuvole in solidale pioggia/
mi guardo/ora sto pensando:”son là fuori , ti sto chiamando con un sussurro”/
dal canoro giardino dei sordi/non rispondi/
è’ la prima pallida luce del giorno/quieta/
stai già cucinando/
tutto ciò che usciva dalle tue mani
recava dolcezza alle mie labbra/
era di marzo l’essenza del fiore/
donna bambina/
era gennaio/senza più sole.
L’ultimo canto
lasciate che risuoni ancora l’eco dei miei passi/
mentre la mia corsa finisce/ il vento non li ha portati via/
rimangono come granelli di sabbia di una riva/
dove pure se l’onda batte e ribolle
non strappa niente che non rimanga al mare.
Sarà l’ ultimo canto, quando nel mio pugno
racchiuderò una manciata di stelle
e lo sguardo trapasserà il bagliore dell’alba.
Sarà l’ ultimo canto non l’ ultimo respiro d amore.
Lento mi viene incontro l’ abbraccio di un violino per poi dissolversi
mentre il volto di mia madre il sole fa brillare gli occhi e il pianto.
Silenziosa la sera depone nello scrigno il volo di un gabbiano.
Il battito della mia vita si affievolì pian piano/
Un’ onda travolse gli ultimi avanzi di sole e briciole di luna/
la finestra fu chiusa/ quando gli ultimi respiri uscirono/
rimasero solo immobilità e silenzio/
e un rosario corroso di preghiere /
Qui non ho bisogno di parlare/ non c’è pianto/
sotto stipiti di nuvole/
Come il figlio prodigo torno alla terra e al Padre mio.
Via Lattea
Commuove
questa improvvisa
carezza di vento
che fa vibrare
l’alba della mia anima
che rinasce con te bimbo amato/
desiderato/ cercato per cento, per mille,
per centomila, infinita schiera/
Via Lattea celeste!
Mattino d’Estate/
Tu che nasci
odori di grano/
Fragile/ già mi parli di cose forti!
Presto una stella brillerà vicina/
fiammella della notte/ un Angelo
veglierà sul tuo nome:
Sopra la culla del mio bimbo/
boccuccia aperta/
manine strette al petto/
serenità di possesso/ latte e miele
Sopra il respiro del suo sonno
L’Angelo veglierà
Bambina
Bambina/ germoglio di sogni…
Che ora/ appena ora/ la notte denuda/
T’innamori del vento ma ancora non sai…
Onda dell’onda/ del veleggiare/
né del volteggiare di nubi e di cielo/
vedi? “E’ così!”… “E’ così!”…
Ti guardi e tutto vedi a portata di vita/
Bambina/ di usignoli incantati di te/
delle tue mani profumate di aurore e segreti/
Bambina/ arca di un’infanzia ostinata/
Neonata alla luce e alla meraviglia/
Quel rifugio sicuro di nenie e di piume/
già è passato/ remoto…
Bambina /dagli occhi grandi/ esitante allo specchio/
Bambina/ dagli occhi spalancati/ i capelli svelati/
un po’ ti sorprendi e temi al pensiero d’essere adulta.